Altre neoformazioni cutanee benigne

Le neoformazioni cutanee benigne o tumori cutanei benigni sono alterazioni molto comuni della superficie cutanea. Possono aumentare di dimensioni, prudere e/o “dar fastidio” al paziente ma non mostrano mai carattere di aggressività locale o a distanza.

Neoformazioni cutanee benigne: presentazione clinica

1. Cheratosi

Proliferazione circoscritta dello strato più superficiale della cute (strato corneo dell’epidermide); le cheratosi seborroiche hanno un aspetto verrucoso e sono assolutamente benigne; le cheratosi attiniche (rilevate sul piano cutaneo con squame adese) sono considerate delle precancerosi, ossia delle neoformazioni che potenzialmente potrebbero evolvere in un tumore della pelle (es. ca basocellulare)

2. Fibromi Cutanei

Proliferazione incontrollata di alcune cellule della pelle (fibroblasti) che danno frequentemente origine a neoformazioni che protendono verso l’esterno (detti per questo anche “fibromi penduli”)

3. Xantelasmi

Accumulo di “grasso” di colore giallo generalmente localizzato a livello palpebrale

4. Verruche

Piccola neoformazione cutanea con notevole sviluppo dello strato corneo dell’epidermide di origine prettamente virale (e quindi contagiosa)

Neoformazioni cutanee benigne: consigli pratici

Cosa fare

  • Iniziale inquadramento diagnostico dal proprio Medico di Medicina Generale (“medico curante”)
    Il ruolo del MMG è FONDAMENTALE; nel caso in cui la diagnosi clinica non sia univoca, verrà richiesta una valutazione dermatologica
  • Prima Visita Dermatologica per la diagnosi (clinica) differenziale (neoformazione benigna vs maligna)
  • Prima Visita dal Chirurgo Plastico
  • Intervento di asportazione della neoformazione. Anche se il sospetto clinico è di neoformazione benigna, è sempre opportuno eseguire l’esame istologico.

Cosa non fare

 

  • I quesiti sono esattamente “meglio non temporeggiare e quindi intervenire?” o “meglio non intervenire ma temporeggiare?”
    Le neoformazioni clinicamente definite benigne non hanno indicazione alla rimozione chirurgica a meno che il paziente lo desideri e/o la neoformazione si trovi in particolari sedi.
    Nel primo caso è fondamentale comprendere che l’asportazione di una neoformazione determina una cicatrice che sarà più o meno visibile (ma sempre presente!) in relazione alla sede ed alle dimensioni della neoformazione stessa. La cicatrice sarà tendenzialmente più lunga della neoformazione perché l’asportazione prevede l’inclusione di tessuto macroscopicamente sano periferico.
    La domanda finale è quindi: “Preferisco una cicatrice o mantenere la neoformazione?”. Data la motivazione prettamente estetica e non funzionale, l’intervento non sarà erogabile con il Servizio Sanitario Nazionale.
    Nel caso in cui la neoformazione si trovi in sedi particolari il discorso cambia.
    Un nevo verrucoso che si trova sul margine ciliare può parzialmente occludere il campo visivo. Un fibroma pendulo che si trova sul margine labiale può nell’uomo essere traumatizzato durante la rasatura della barba. Una cheratosi sul dorso del naso, entrando in contatto con le mascherine che siamo obbligati ad indossare in questi mesi, può infiammarsi, dolere e a volte sanguinare.
    In queste situazioni cliniche l’asportazione chirurgica è erogabile con il Servizio Sanitario Nazionale secondo i tempi (spesso lunghi) d’attesa del singolo centro a cui si fa riferimento.
    Iniziale inquadramento diagnostico dal proprio Medico di Medicina Generale (“medico curante”)
    Il ruolo del MMG è FONDAMENTALE; nel caso in cui la diagnosi clinica non sia univoca, verrà richiesta una valutazione dermatologica
  • Prima Visita Dermatologica per la diagnosi (clinica) differenziale (neoformazione benigna vs maligna)
  • Prima Visita dal Chirurgo Plastico
  • Intervento di asportazione della neoformazione. Anche se il sospetto clinico è di neoformazione benigna, è sempre opportuno eseguire l’esame istologico.