Carcinomi Basocellulari

I carcinomi basocellulari (altrimenti definiti come basaliomi o epiteliomi basocellulari) colpiscono oltre il 15% della popolazione italiana e rappresentano i più diffusi tumori maligni cutanei. Il volto è interessato nel 75% dei casi. La terapia è essenzialmente chirurgica: se il carcinoma basocellulare è rimosso completamente il rischio di recidiva è di circa il 5%.

Carcinomi Basocellulari: presentazione clinica

1.Comparsa di un nodulo (“pallina”) lucido o rosso, di una crosta ematica (“di sangue”), di una macchia eritematosa (“rossa”) o di una piaga che non va mai incontro a guarigione completa
2.Riscontro di piccole gocce di sangue sul cuscino a seguito della rimozione per sfregamento o grattamento (possono dare prurito) della crosta
3.Crescita lenta, altalenante (sembra che guarisca ma ricompare) ma progressiva
4.Erronea correlazione tra la comparsa di queste croste e piccoli traumi
5.Localizzazione nelle sedi esposte al sole (volto prevalentemente)
6.Età di esordio tra i 60 e gli 80 anni (circa il 60% dei casi)

Carcinomi Basocellulari: consigli pratici

Cosa fare

  • Iniziale inquadramento diagnostico dal proprio Medico di Medicina Generale (“medico curante”)
  • Prima Visita Dermatologica per la diagnosi (clinica) differenziale (neoformazione benigna vs maligna)
  • Prima Visita dal Chirurgo Plastico
  • Intervento di asportazione della neoformazione e “copertura” del difetto (sutura diretta, lembi o innesti). L’esame istologico è fondamentale.

Cosa non fare

  • Sottostimare. Spesso si correla la comparsa di una crosta ematica ad un trauma o ad una puntura d’insetto. Se la lesione non guarisce è sempre opportuno che venga valutata da una specialista dermatologo.
  • Temporeggiare. I carcinomi basocellulari aumentano di dimensioni e si approfondiscono lentamente, motivo per cui i pazienti li definiscono come “tumori buoni” (niente di più erroneo!); tenete presente che per passare dal punto 1) al punto 4) del Cosa fare possono passare molti mesi e il carcinoma basocellulare può aumentare di dimensioni, diventare localmente aggressivo (erodendo persino cartilagine ed osso), richiedere una chirurgia più demolitiva e tecniche ricostruttive più complesse.

In cosa posso aiutarti

Ho eseguito più di 2000 interventi di asportazione di neoformazioni della cute e di ricostruzione negli Ospedali ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e ASST San Gerardo di Monza (oltre a consulenze c/o ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Ospedale di Desio ed Ospedale di San Giovanni Bianco), a livello di tutti i distretti corporei e prevalentemente a livello del volto (naso, palpebra ed orecchio in primis).

Da circa 12 anni mi dedico in particolare allo studio dell’anatomia della piramide nasale e della ricostruzione del naso, nelle sue sub-unità estetiche e strutturali, a seguito di asportazioni di neoformazioni cutanee. Ho partecipato a molti corsi, congressi e stage in Italia ed all’estero; ho avuto la possibilità di collaborare ed interfacciarmi con alcuni tra i migliori chirurghi europei che si occupano di tale argomento.

Non esiste alcuna procedura chirurgica che non comporti la comparsa di cicatrici più o meno estese. Il mio obiettivo è cercare di ripristinare la forma e la funzione della struttura anatomica “lesa”, mascherando per quanto possibile la ricostruzione eseguita.